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1
.gitignore vendored Normal file
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@ -0,0 +1 @@
_data

View File

@ -7,19 +7,23 @@ import (
"strings"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/modules"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/modules/macro"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/modules/metafora"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/modules/proverbio"
"git.fromouter.space/hamcha/tg"
)
var mods = map[string]modules.Module{
"metafora": &metafora.Module{},
"metafora": &metafora.Module{},
"proverbio": &proverbio.Module{},
"macro": &macro.Module{},
}
func checkErr(err error, message string, args ...interface{}) {
if err != nil {
args = append(args, err)
log.Fatalf("FATAL: "+message+"\n\t%s", args)
log.Fatalf("FATAL: "+message+":\n\t%s", args...)
}
}

119
modules/macro/mod.go Normal file
View File

@ -0,0 +1,119 @@
package macro
import (
"errors"
"fmt"
"io/fs"
"log"
"os"
"strings"
"time"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/utils"
"git.fromouter.space/hamcha/tg"
jsoniter "github.com/json-iterator/go"
)
type Macro struct {
Value string
Author tg.APIUser
Time time.Time
}
var macropath string
var macros map[string]Macro
type Module struct {
client *tg.Telegram
name string
}
func (m *Module) Initialize(api *tg.Telegram, name string) error {
m.client = api
m.name = name
macros = make(map[string]Macro)
macropath = os.Getenv("CLESSY_MACRO_FILE")
if macropath == "" {
return fmt.Errorf("CLESSY_MACRO_FILE empty or unset, set to a valid file path")
}
file, err := os.Open(macropath)
if err != nil {
if !errors.Is(err, fs.ErrNotExist) {
return err
}
log.Println("[macro] WARN: Could not load macros (file doesnt exist): " + err.Error())
return nil
}
defer file.Close()
err = jsoniter.ConfigFastest.NewDecoder(file).Decode(&macros)
if err != nil {
log.Println("[macro] WARN: Could not load macros (malformed or unreadable file): " + err.Error())
return err
}
log.Printf("[macro] Loaded %d macros from %s\n", len(macros), macropath)
return nil
}
func (m *Module) OnUpdate(update tg.APIUpdate) {
// Not a message? Ignore
if update.Message == nil {
return
}
if utils.IsCommand(*update.Message, m.name, "macro") {
parts := strings.SplitN(*(update.Message.Text), " ", 3)
switch len(parts) {
case 2:
name := strings.ToLower(parts[1])
item, ok := macros[name]
var out string
if ok {
out = fmt.Sprintf("<b>%s</b>\n%s\n<i>%s - %s</i>", name, item.Value, item.Author.Username, item.Time.Format("02-01-06 15:04"))
} else {
out = fmt.Sprintf("<b>%s</b>\n<i>macro inesistente</i>\n(configura con /macro %s <i>contenuto</i>)", name, name)
}
m.client.SendTextMessage(tg.ClientTextMessageData{
ChatID: update.Message.Chat.ChatID,
Text: out,
ReplyID: &update.Message.MessageID,
})
case 3:
name := strings.ToLower(parts[1])
macros[name] = Macro{
Value: parts[2],
Author: update.Message.User,
Time: time.Now(),
}
save()
m.client.SendTextMessage(tg.ClientTextMessageData{
ChatID: update.Message.Chat.ChatID,
Text: fmt.Sprintf("<b>%s</b> → %s", name, parts[2]),
ReplyID: &update.Message.MessageID,
})
default:
m.client.SendTextMessage(tg.ClientTextMessageData{
ChatID: update.Message.Chat.ChatID,
Text: "<b>Sintassi</b>\n<b>Leggi</b>: /macro <i>nome-macro</i>\n<b>Scrivi</b>: /macro <i>nome-macro</i> <i>contenuto macro</i>",
ReplyID: &update.Message.MessageID,
})
}
return
}
}
func save() {
file, err := os.Create(macropath)
if err != nil {
log.Println("[macro] WARN: Could not open macro db: " + err.Error())
return
}
err = jsoniter.ConfigFastest.NewEncoder(file).Encode(macros)
if err != nil {
log.Println("[macro] WARN: Could not save macros into file: " + err.Error())
}
}

61
modules/proverbio/mod.go Normal file
View File

@ -0,0 +1,61 @@
package proverbio
import (
_ "embed"
"fmt"
"log"
"math/rand"
"strings"
"git.fromouter.space/crunchy-rocks/clessy-ng/utils"
"git.fromouter.space/hamcha/tg"
)
//go:embed proverbi.txt
var proverbidata string
var proverbipairs struct {
start []string
end []string
}
type Module struct {
client *tg.Telegram
name string
}
func (m *Module) Initialize(api *tg.Telegram, name string) error {
m.client = api
m.name = name
lines := strings.Split(proverbidata, "\n")
for i, line := range lines {
pair := strings.SplitN(line, "/", 2)
if len(pair) < 2 {
log.Printf("[proverbio] Found line without separator (#%d), skipping\n", i)
continue
}
proverbipairs.start = append(proverbipairs.start, strings.TrimSpace(pair[0]))
proverbipairs.end = append(proverbipairs.end, strings.TrimSpace(pair[1]))
}
log.Printf("[proverbio] Loaded %d pairs (%d combinations!)\n", len(proverbipairs.start), len(proverbipairs.start)*len(proverbipairs.end))
return nil
}
func (m *Module) OnUpdate(update tg.APIUpdate) {
// Not a message? Ignore
if update.Message == nil {
return
}
if utils.IsCommand(*update.Message, m.name, "metafora") {
start := rand.Intn(len(proverbipairs.start))
end := rand.Intn(len(proverbipairs.end))
m.client.SendTextMessage(tg.ClientTextMessageData{
ChatID: update.Message.Chat.ChatID,
Text: fmt.Sprintf("<b>Dice il saggio:</b>\n%s %s", proverbipairs.start[start], proverbipairs.end[end]),
})
return
}
}

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@ -0,0 +1,576 @@
A brigante/brigante e mezzo.
A buon cavalier/non manca lancia.
A buon cavallo/non manca sella.
A buon cavallo/non occorre dir trotta.
A buon intenditor/poche parole.
A caldo autunno/segue lungo inverno.
A cane scottato/l'acqua fredda par calda.
A cane vecchio/non dargli cuccia.
A carnevale ogni scherzo vale,/ma che sia uno scherzo che sa di sale.
A caval che corre,/non abbisognano speroni.
A caval donato/non si guarda in bocca.
A cavalier novizio,/cavallo senza vizio.
A cavallo d'altri/non si dice zoppo.
A cavallo giovane,/ cavalier vecchio.
A caval nuovo/cavaliere vecchio.
A chi batte forte,/ si apron le porte.
A chi Dio vuole aiutare,/ niente gli può nuocere.
A chi fortuna zufola,/ ha un bel ballare.
A chi ha abbastanza,/ non manca nulla.
A chi non può imparare l'abbicì,/ non si può dare in mano la Bibbia.
A chi non vuol credere,/ poco valgono mille testimoni.
A chi non vuol far fatiche,/ il terreno produce ortiche.
A chi tanto/e a chi niente.
A chi troppo/e a chi niente.
A chi ti porge un dito/non prendere la mano.
A ciascun giorno/basta la sua pena.
A donna di gran bellezza,/ dalla poca larghezza.
A duro ceppo,/ dura accetta.
A goccia a goccia/si scava la pietra.
A gran salita,/ gran discesa.
A granello a granello/si riempie lo staio e si fa il monte.
A grassa cucina/povertà vicina.
A lavar la testa all'asino/si perde il ranno e il sapone.
A lume spento/è pari ogni bellezza.
A mali estremi/estremi rimedi.
A muro basso/ognuno ci si appoggia.
A nemico che fugge/ponti d'oro.
A ogni uccello/suo nido è bello.
A padre avaro/figliuol prodigo.
A pagare e a morire/c'è sempre tempo.
A paragone del molto che ignoriamo,/ è meno di niente quanto noi sappiamo.
A pazzo relatore,/ savio ascoltatore.
A pensar male,/ s'indovina sempre.
A pensar male/ci s'indovina.
A Roma ci vogliono tre cose: pane,/ panni e pazienza.
A rubar poco si va in galera,/ a rubar tanto si fa carriera.
A scherzar con la fiamma,/ ci si scotta.
A tal fortezza,/ tal trincea.
A Venezia chi vi nasce mal si pasce,/ chi ci viene ci sta bene.
Abate cupido,/ per un'offerta ne perde cento.
Acqua passata,/ non macina più.
Ad albero vecchio ed a muro cadente,/ non manca mai edera.
Ai pazzi ed ai fanciulli,/ non si deve prometter nulla.
Al buio,/ le donne sono tutte uguali.
Al confessore,/ al medico e all'avvocato non si tiene il ver celato.
Al genio non si danno le ali,/ ma le si tagliano.
All'umiltà felicità,/ all'orgoglio calamità.
Alle barbe dei pazzi,/ il barbiere impara a radere.
Altri tempi,/ altri costumi.
Amico beneficato,/ nemico dichiarato.
Amicizia che cessa,/ non fu mai vera.
Amico beneficato,/ nemico dichiarato.
Amico di ventura,/ molto briga e poco dura.
Amor che nasce di malattia,/ quando si guarisce passa via.
Amor nuovo va e viene,/ amor vecchio si mantiene.
Amore di parentato,/ amore interessato.
Amore di fratello,/ amore di coltello.
Amore onorato,/ né vergogna né peccato.
Approfitta degli errori degli altri,/ piuttosto che censurarli.
Ara nel mare e nella rena semina,/ chi crede alle parole della femmina.
Avuta la grazia,/ gabbato lo santo.
Bella in vista,/ dentro è trista.
Bella ostessa,/ conti traditori.
Bella ostessa,/ brutti conti.
Bell'ostessa,/ conto caro.
Ben si caccia il diavolo,/ ma Satana ritorna.
Bene per male è carità,/ male per bene è crudeltà.
Bene educato,/ non mentì mai.
Bisogna fare la festa quando cade,/ e prendere il tempo come viene.
Bologna la grassa,/ ma Padova la passa.
Bue vecchio,/ solco diritto.
Buona greppia,/ buona bestia.
Buona la forza,/ migliore l'ingegno.
Cader non può,/ chi ha la virtù per guida.
Cambiare e migliorare sono due cose; molto si cambia nel mondo,/ ma poco si migliora.
Cane ringhioso e non forzoso,/ guai alla sua pelle!
Capelli lunghi,/ cervello corto.
Casa fatta e vigna posta,/ non si sa quello che costa.
Cavallo vecchio,/ tardi muta ambiatura
Cavolo riscaldato,/ frate sfratato e serva ritornata non furon mai buoni.
Cento teste,/ cento cappelli.
Cessato il guadagno,/ cessata l'amicizia.
Chi a tutti facilmente crede,/ ingannato si vede.
Chi ad altri inganni tesse,/ poco bene per sé ordisce.
Chi ama me,/ ama il mio cane.
Chi ara terra bagnata,/ per tre anni l'ha dissipata.
Chi asino nasce,/ asino muore.
Chi balla senza suono,/ come asino si ritrova.
Chi ben coltiva il moro,/ coltiva nel suo campo un gran tesoro.
Chi bene semina,/ bene raccoglie.
Chi beve vin,/ campa cent'anni.
Chi cade in povertà,/ perde ogni amico.
Chi cava e non mette,/ le possessioni si disfanno.
Chi cerca,/ trova.
Chi coglie acerbo il senno,/ maturo ha sempre d'ignoranza il frutto.
Chi contro Dio getta la pietra,/ in capo gli torna.
Chi d'estate secca serpi,/ nell'inverno mangia anguille.
Chi d'estate vuole stare al fresco,/ ci starà anche d'inverno.
Chi da gallina nasce,/ convien che razzoli.
Chi da savio operare vuole,/ pensi al fine.
Chi dal lotto spera soccorso,/ mette il pelo come un orso.
Chi dà per ricevere,/ non dà nulla.
Chi di una donna brutta s'innamora,/ lieto con essa invecchia e l'ama ancora.
Chi di coltel ferisce,/ di coltel perisce.
Chi dice donna dice guai,/ chi dice uomo peggio che mai.
Chi dice male,/ l'indovina quasi sempre.
Chi domanda ciò che non dovrebbe,/ ode quel che non vorrebbe.
Chi dopo la polenta beve acqua,/ alza la gamba e la polenta scappa.
Chi è generoso con la bocca,/ è avaro col sacco.
Chi è morso dalla serpe,/ teme la lucertola.
Chi è stato trovato una volta in frode,/ si presume vi sia sempre.
Chi è tosato da un usuraio,/ non mette più pelo.
Chi è uso all'impiccare,/ non teme la forca.
Chi fa del bene agli ingrati,/ Dio lo considera per male.
Chi fa l'altrui mestiere,/ fa la zuppa nel paniere.
Chi fosse indovino,/ sarebbe ricco.
Chi fugge il giudizio,/ si condanna.
Chi fugge un matto,/ ha fatto buona giornata.
Chi getta un seme lo deve coltivare,/ se vuol vederlo con il tempo germogliare.
Chi gioca al lotto,/ è un gran merlotto.
Chi gioca al lotto,/ in rovina va di botto.
Chi gioca al lotto,/ in rovina va di trotto.
Chi ha avuto il beneficio,/ se lo dimentica.
Chi ricorda un beneficio,/ lo rinfaccia.
Chi ha da far con un incostante,/ tien l'anguilla per la coda.
Chi ha fatto ingiuria ad altri,/ da altri convien che la sopporti.
Chi ha imbarcato il diavolo,/ deve stare in sua compagnia.
Chi ha ingegno,/ lo mostri.
Chi ha per letto la terra,/ deve coprirsi col cielo.
Chi ha un mestiere in mano,/ dappertutto trova pane.
Chi il vasto mare intrepido ha solcato,/ talvolta in piccol rio muore annegato.
Chi male vive,/ male muore.
Chi maltratta le bestie,/ non la fa mai bene.
Chi mangia sempre pan bianco,/ spesso desidera il nero.
Chi molto parla,/ spesso falla.
Chi nasce è bello,/ chi si sposa è buono e chi muore è santo.
Chi non ama le bestie,/ non ama i cristiani.
Chi non apre la bocca,/ non le piove dentro.
Chi non crede di esser matto,/ è matto davvero.
Chi non dà a Cristo,/ dà al fisco.
Chi non fu buon soldato,/ non sarà buon capitano.
Chi non ha fede,/ non ne può dare.
Chi non naufragò in mare,/ può naufragare in porto.
Chi non può bastonare il cavallo,/ bastona la sella.
Chi non risica,/ non rosica.
Chi non sa ubbidire,/ non sa comandare.
Chi non segue il consiglio dei genitori,/ tardi se ne pente.
Chi non si innamora da giovane,/ si innamora da vecchio.
Chi non trovò ombra nell'estate,/ la troverà nell'inverno.
Chi non vuol essere consigliato,/ non può essere aiutato.
Chi pecora si fa,/ il lupo se la mangia.
Chi per grazia prega,/ non ha mai bene.
Chi perdona senza dimenticare,/ non perdona che metà.
Chi pesca con l'amo d'oro,/ qualcosa piglia sempre.
Chi piglia leone in assenza,/ teme la talpa in presenza.
Chi porta fiori,/ porta amore.
Chi predica al deserto,/ perde il sermone.
Chi prende l'anguilla per la coda,/ può dire di non tenere nulla.
Chi rende male per bene,/ non vedrà mai partire da casa sua la sciagura.
Chi rimane in umile stato,/ non ha da temer caduta.
Chi Roma non vede,/ nulla crede.
Chi ruba poco,/ ruba assai.
Chi si diletta di frodare gli altri,/ non si deve lamentare se gli altri lo ingannano.
Chi si fida nel lotto,/ non mangia di cotto.
Chi si fida di greco,/ non ha il cervel seco.
Chi si guarda dal calcio della mosca,/ gli tocca quello del cavallo.
Chi si immagina di essere più di quello che è,/ si guardi nello specchio.
Chi si prende d'amore,/ si lascia di rabbia.
Chi si umilia sarà esaltato,/ chi si esalta sarà umiliato.
Chi siede in basso,/ siede bene.
Chi tace davanti alla forza,/ perde il suo diritto.
Chi ti vuol male,/ ti liscia il pelo.
Chi va all'acqua d'agosto,/ non beve o non vuol bere il mosto.
Chi va all'osto,/ perde il posto.
Chi va con lo zoppo,/ impara a zoppicare.
Chi ha più fretta,/ più tardi finisce.
Chi pesca e ha fretta,/ spesse volte prende dei granchi.
Chi vanta se stesso e abbassa gli altri,/ gli altri abbasseranno lui.
Chi vive sei giorni nell'oasi,/ il settimo anela il deserto.
Chi vuol impetrare,/ la vergogna ha da levare.
Chi vuol pane,/ meni letame.
Chi vuol presto impoverire,/ chieda prestito all'usuraio.
Chi vuol provar le pene dell'inferno,/ la stia in Puglia e all'Aquila d'inverno.
Chi vuole arricchire in un anno,/ è impiccato in sei mesi.
Chi vuole assai,/ non domandi poco.
Chi vuole essere amato,/ divenga amabile.
Chi vuole essere sicuro della sua farina,/ deve portare egli stesso il sacco al mulino.
Chiara notte di capodanno,/ dà slancio a un buon anno.
Ciò che è male per uno,/ è bene per un altro.
Come farai,/ così avrai.
Come i piedi portano il corpo,/ così la benevolenza porta l'anima.
Comincia,/ che Dio provvede al resto.
Compar di Puglia,/ l'un tiene e l'altro spoglia.
Con l'inchiostro,/ una mano può innalzare un furfante ed abbassare un galantuomo.
Con la pietra si prova l'oro,/ con l'oro la donna e con la donna l'uomo.
Contadini,/ scarpe grosse e cervelli fini.
Cortesia schietta,/ domanda non aspetta.
Cucina grassa,/ magra eredità.
Da falsa lingua,/ cattiva arringa.
Da Lodi,/ tutti passan volentieri.
Dai giudici siciliani,/ vacci coi polli nelle mani.
Danaro e santità,/ metà della metà.
Detto senza fatto,/ ad ognuno pare un misfatto.
Di chi è l'asino,/ lo pigli per la coda.
Di quello che non ti interessa,/ non dire né bene né male.
Dicono che è mercante anche chi perde,/ ma questo presto ridurrassi al verde.
Dimmi con chi vai,/ e ti dirò chi sei.
Disse la volpe ai figli: "Quando a tordi,/ quando a grilli".
Domandare è lecito,/ rispondere è cortesia.
Donna al volante,/ pericolo costante.
Donna adorna,/ tardi esce e tardi torna.
Donna barbuta,/ sempre piaciuta.
Donna bianca,/ poco gli manca.
Donna che canti dolcemente in scena,/ pei giovani inesperti è una sirena.
Donna che dona,/ di rado è buona.
Donna che sa il latino è rara cosa,/ ma guardati dal prenderla in isposa.
Donna e fuoco,/ toccali poco.
Donna io conosco,/ ch'è una santa a messa e che in casa è un'orribil diavolessa.
Donna pelosa,/ donna virtuosa.
Donna pregata nega,/ trascurata prega.
Donna prudente,/ gioia eccellente.
Donne e sardine,/ son buone piccoline.
Dopo desinare non camminare; dopo cena,/ con dolce lena.
Dopo la grazia di Dio,/ la miglior cosa è la libertà.
Dove c'è l'amore,/ la gamba trascina il piede.
Dove è castigo è disciplina,/ dove è pace è gioia.
Dove entra la fortuna,/ esce l'umiltà.
Dove la fedeltà mette le radici,/ Dio fa crescere un albero.
Dove non c'è amore,/ non c'è umanità.
Dove non si crede né all'inferno né al paradiso,/ il diavolo intasca tutte le entrate.
Dove non vi è educazione,/ non vi è onore.
Dove non vi sono capelli,/ male si pettina.
Dove regna Bacco e Amore,/ Minerva non si lascia vedere.
Dove sono i pulcini,/ ivi è l'occhio della chioccia.
Due cani che un solo osso hanno,/ difficilmente in pace stanno.
È lieve astuzia ingannar gelosia,/ che tutto crede quando è in frenesia.
È meglio correggere i propri difetti,/ che riprendere quelli degli altri.
È meglio esser digiuno fuori,/ che satollo in prigione.
È meglio essere uccel di bosco,/ che uccel di gabbia.
È meglio essere umile a cavallo,/ che orgoglioso a piedi.
È meglio gelare nella nuda cameretta della verità,/ che crogiolarsi nella pelliccia della menzogna.
È meglio mangiarsi l'eredità,/ che conservarla per il convento.
È meglio sentir cantare l'usignolo,/ che rodere il topo.
È meglio un esercito di cervi sotto il comando di un leone,/ che un esercito di leoni sotto il comando di un cervo.
È più facile biasimare,/ che migliorare.
È più facile lagnarsi,/ che rimuovere gl'impedimenti.
È più facile trovar dolce l'assenzio,/ che in mezzo a poche donne il silenzio.
Ebrei e rigattieri,/ spendono poco e gabbano volentieri.
Errare è umano,/ perseverare è diabolico.
Errare è umano,/ perseverare diabolico.
Esser dotto poco vale,/ quando gli altri non lo sanno.
Fa quel che il prete dice,/ non quel che il prete fa.
Fa quello che fanno gli altri,/ e nessuno si farà beffe di te.
Faccia bella,/ anima bella.
Facile è criticare,/ difficile è l'arte.
Fare debiti non è vergogna,/ ma pagarli è questione d'onore.
Fate del bene al villano,/ dirà che gli fate del male.
Febbraio,/ febbraietto mese corto e maledetto.
Femmine e galline,/ se giran troppo si perdono.
Fidarsi è bene,/ non fidarsi è meglio.
Fidati dell'arte,/ ma non dell'artigiano.
Fortezza che parlamenta,/ è prossima ad arrendersi.
Fortuna cieca,/ i suoi acceca.
Fortunato al gioco,/ sfortunato in amore.
Fra sepolto tesoro e occulta scienza,/ non vi conosco alcuna differenza.
Gallo senza cresta è un cappone,/ uomo senza barba è un minchione.
Gattini sventati,/ fanno gatti posati.
Gatto e donna in casa,/ cane e uomo fuori.
Gatto scottato dall'acqua calda,/ ha paura della fredda.
Gli abiti sono freddi,/ ma ricevono il calore da chi li porta.
Gli eredi dell'avaro sono onnipotenti,/ perché possono risuscitare i morti.
Gli uomini onesti non temono né la luce,/ né il buio.
Gobba a ponente luna crescente,/ gobba a levante luna calante.
Gotta inossota,/ mai fi sanata.
Gran giustizia,/grande offesa.
Grande amore,/ gran dolore.
Guardati da tre cose: da cavallo focoso,/ da uomo infido e da donna svergognata.
Guardati dai tumulti,/ e non sarai né testimonio né parte.
Guardati dal diffamare,/ perché le prove sono difficili.
Guardati dall'ipocrisia,/ perché è una cattiva malattia.
Ha cento volte un uomo flemma e giudizio,/ alla centuna corre al precipizio.
Ha la giustizia in mano bilancia e spada,/ perché il giusto s'innalza e l'empio cada.
Ha un coraggio da leone,/ quello che non fa violenza ai deboli.
Ho veduto assai volte un piccol male non rispettato,/ divenir mortale.
I cattivi esempi si imitano facilmente,/ meno i buoni.
I denari servono al povero di beneficio,/ ed all'avaro di gran supplizio.
I frati non s'inchinano all'abate,/ ma al mazzo delle sue chiavi.
I genitori amano i figli,/ più che i figli i genitori.
"I miei datteri sono più dolci",/ dice il vischio che cresce sulla palma.
I parenti sono come le scarpe: più sono stretti,/ più fanno male.
I poeti nascono,/ e gli oratori si formano.
Il cuor magnanimo si piglia con poco amore,/ e il cuore dello stolto con poca adulazione.
Il dare è onore,/ il chiedere è dolore.
Il delitto non si deve tollerare,/ ma anche meno si deve approvare.
Il denaro può molto,/ ma l'amore può tutto.
Il diavolo ben si lascia pigliare per la coda,/ ma non se la lascia strappare.
Il domandare è senno,/ il rispondere è obbligo.
Il ferro è duro,/ ma il fuoco lo rende morbido.
Il figlio al padre s'assomiglia,/ alla madre la figlia.
Il fiorentino mangia sì poco e sì pulito,/ che sempre si conserva l'appetito.
Il fuoco che non mi scalda,/ non voglio che mi scotti.
Il fuoco che non mi brucia,/ non lo spengo.
Il gatto ama i pesci,/ ma non vuole bagnarsi le zampe.
Il gatto brontola sempre,/ anche quando gode.
Il gatto che si è bruciato,/ ha paura anche dell'acqua fredda.
Il gatto lecca oggi,/ domani graffia.
Il gatto non ti accarezza,/ si accarezza vicino a te.
Il letto si chiama rosa,/ se non si dorme si riposa.
Il merlo ingrassa in gabbia,/ il leone muore di rabbia.
Il poeta ben trova le palme,/ ma non i datteri.
Il politico bacia con la bocca,/ e tira calci con i piedi.
Il troppo tirare,/ l'arco fa spezzare.
Il vino è forte ma il sonno lo vince,/ ma più forte d'ogni cosa è la donna.
Impara a vivere lo sciocco a sue spese,/ il savio a quelle altrui.
In Sardegna non vi son serpenti,/ né in Piemonte bestemmie.
In terra di ciechi,/ beato chi ha un occhio.
In terra di ladri,/ la valigia dinanzi.
Ingegno e capelli,/ crescono soltanto con gli anni.
Inventare è poco,/ diffondere l'invenzione è tutto.
L'abete cresce in altezza,/ ma la felce cresce in larghezza.
L'acqua e il fuoco sono buoni servitori,/ ma cattivi padroni.
L'allodola vola in alto,/ ma fa il suo nido in terra.
L'amore è cieco,/ ma vede lontano.
L'anno produce il raccolto,/ non il campo.
L'asino non conosce la coda,/ se non quando non l'ha più.
L'avaro non vive,/ vegeta.
L'avversità che fiacca i cuori deboli,/ ingagliardisce le anime forti.
L'erba che non voglio,/ cresce nell'orto.
L'eredità paterna ai paterni,/ la materna ai materni.
L'estate per chi lavora,/ l'inverno per chi dorme.
L'estate è una schiava,/ l'inverno un padrone.
L'inchiostro è nero,/ e tinge le dita e la reputazione.
L'ingegno viene con gli anni,/ e se ne va con gli anni.
L'invidia è una bestia che rode le proprie gambe,/ quando non ha altro da rodere.
L'orgoglio è stoltezza,/ l'umiltà è saviezza.
L'uguaglianza e misurar tutti con la stessa spanna,/ è la legge della morte.
L'umiliarsi è da saggio,/ l'avvilirsi è da bestia.
L'umiltà è una virtù che adorna tanto la vecchiaia,/ quanto la gioventù.
L'usura arricchisce,/ ma non dura.
La carrucola non frulla,/ se non è unta.
La donna bisogna praticarla un giorno,/ un mese e un'estate per sapere che odore sa.
La donna per piccola che sia,/ vince il diavolo in furberia.
La donna troppo in vista,/ è di facile conquista.
La fedeltà non è mai rimeritata abbastanza,/ e l'infedeltà mai abbastanza.
La gatta,/ mette il piede davanti alla vacca.
La gatta vorrebbe mangiar pesci,/ ma non pescare.
La gioventù fugge,/ e la bellezza sfiorisce.
La luna è bugiarda: quando fa la C diminuisce,/ e quando fa la D cresce
La pittura è una poesia tacita,/ e la poesia una pittura loquace.
La prima eredità al primo figlio,/ l'ultima eredità all'ultimo figlio.
La rana è usa ai pantani,/ se non ci va oggi ci andrà domani.
La rana non morde,/ perché non ha denti.
La scimmia è sempre scimmia,/ anche vestita di seta.
La speranza ingrandisce,/ l'esperienza rimpicciolisce.
La vipera morta non morde seno,/ ma pure fa male coll'odor del veleno.
Lamentarsi,/ supplicare e bere acqua è lecito a tutti.
Le bellezze durano fino alle porte,/ la bontà fino alla morte.
Le colombe che rimangono in colombaia,/ sono sicure dal nibbio.
Le donne hanno quattro malattie all'anno,/ e tre mesi dura ogni malanno.
Le montagne stanno ferme,/ gli uomini s'incontrano.
Le piante che fruttano troppo presto,/ si seccano.
Le rose cascano,/ le spine restano.
Lo sbadiglio non vuol mentire: o che ha sonno o che vorrebbe dormire,/ o che ha qualche cosa che non può dire.
Lo smargiasso ciancia in guerra,/ il valente combatte muto.
Loda il pazzo e fallo saltare,/ se non è pazzo lo farai diventare.
Lontano dagli occhi,/ lontano dal cuore.
Lontan dagli occhi,/ lontan dal cuore.
Lunga lingua,/ corta mano.
Luglio dal gran caldo,/ bevi bene e batti saldo.
Maggio ortolano,/ molta paglia e poco grano.
Maggiore il santo,/ maggiore la sua umiltà.
Male non fare,/ paura non avere.
Marzo molle,/ gran per le zolle.
Meglio andare a letto senza cena,/ che alzarsi con debiti.
Meglio aperto rimprovero,/ che odio segreto.
Meglio dietro agli uccelli,/ che dietro ai signori.
Meglio essere ben educato,/ che nascere nobile.
Meglio fare la serva in casa propria,/ che la padrona in casa altrui.
Meglio fave in libertà,/ che capponi in schiavitù.
Meglio pane con amore,/ che gallina con dolore.
Meglio un fiorino guadagnato,/ che cento ereditati.
Molti hanno buone carte in mano,/ ma non le sanno giocare.
Molti sfuggono alla pena,/ ma non ai rimorsi della coscienza.
Molti si immaginano di avere il pulcino,/ che non hanno ancora l'uovo.
Molti sono i verseggiatori,/ pochi i poeti.
Molto denaro,/ molti amici.
Morta la serpe,/ spento il veleno.
Mulo buon mulo,/ ma cattiva bestia.
Muove la coda il cane non per te,/ ma per il pane.
Natale con i tuoi,/ Pasqua con chi vuoi.
Negli ordini pari,/ i pareri sono dispari.
Nel monte di Brianza,/ senza vin non si danza.
Nel regno di Dio,/ poveri e ricchi sono uguali.
Nell'estate si deve pensare all'inverno,/ e nella gioventù alla vecchiaia.
Nell'inverno il pazzo sogna rose,/ e nell'estate il savio le raccoglie.
Nella felicità ragione,/ nell'infelicità pazienza.
Nella gotta,/ il medico non vede gotta.
Nessuna nuova,/ buona nuova.
Non ci rimane nessuna vigna da vendemmiare,/ e né meno nessuna donna da maritare.
Non credere a donna,/ quand'anche sia morta.
Non è arte il giocare,/ ma lo smettere.
Non è mai gran gagliardia,/ senza un ramo di pazzia.
Non facendo niente,/ più pena si sente.
Non far mai bene,/ non avrai mai male.
Non fare il male ch'è peccato,/ non fare il bene ch'è sprecato.
Non mi morse mai scorpione,/ ch'io non mi medicassi col suo olio.
Non ogni lettera va alla posta,/ non ogni domanda vuole risposta.
Non si sta mai tanto bene che non si possa star meglio,/ né tanto male che non si possa star meglio.
Non sono in Arno tanti pesciolini,/ quanti in Venezia gondole e camini.
Non ti fidar d'un tratto,/ di grazia o di bontà.
Non ti vantar farfalla,/ tuo padre era un bruco.
Non v'è mai tanta pace in convento,/ come quando i frati portano tonache uguali.
Non vi è lino senza resca,/ nè donna senza pecca.
Nutri la serpe in seno,/ ti renderà veleno.
O taci,/ o di' cosa migliore del silenzio.
Occhio non vede,/ cuore non duole.
Occhio per occhio,/ dente per dente.
Ogni bella scarpa diventa ciabatta,/ ogni bella donna diventa nonna.
Ogni bene infine svanisce,/ ma la fama non perisce.
Ogni disuguaglianza,/ l'amore uguaglia.
Ognuno che ha un gran coltello,/ non è un boia.
Orto,/ uomo morto.
Pancia affamata,/ vita disperata.
Pane finché dura,/ vino con misura.
Patti chiari,/ amici cari.
Pazzo per natura,/ savio per scrittura.
Peccati vecchi,/ penitenza nuova.
Per amore anche una donna onesta,/ può perdere la testa.
Per chi vuol esser libero,/ non c'è catena che tenga.
Per essere amabili,/ bisogna amare.
Per imparare qualche cosa,/ non è mai troppo tardi.
Per l'oro,/ l'abate vende il convento.
Per quanto alletti la bellezza di un fiore,/ nessuno lo coglie se ha cattivo odore.
Perdona a tutti,/ ma non a te.
Perdonare è da uomini,/ scordare è da bestie.
Pesce che va all'amo,/ cerca d'esser gramo.
Pianta a cui spesso si muta luogo,/ non prende vigore.
Piglia il bene quando viene,/ ed il male quando conviene.
Pisa,/ pesa per chi posa.
Più alta la condizione,/ più si deve essere umili.
Più briccone,/ più fortunato.
Più il fiume è profondo,/ più scorre il silenzio.
Più si chiacchiera,/ meno si ama.
Poeta si nasce,/ oratori si diventa.
Poeti,/ pittori e pellegrini a fare e a dire sono indovini.
Polenta e latte bollito,/ in quattro salti è digerito.
Prima di domandare,/ pensa alla risposta.
Prima lusingare e poi graffiare,/ è arte dei gatti.
Pugliesi,/ cento per forca e un per paese.
Puoi ben drizzare il tenero virgulto,/ non l'albero già fatto adulto.
Qualche intervallo il pazzo ha di saviezza,/ qualche intervallo il savio ha di stoltezza.
Quale uccello,/ tale il nido.
Quand'anche si trapiantassero in paradiso,/ i cardi non porterebbero mai rose.
Quando c'è l'esercito,/ si trova anche il generale.
Quando canta la rana,/ la pioggia non è lontana.
Quando è finito il raccolto dei datteri,/ ciascuno trova da ridire alla palma.
Quando gli eretici si accapigliano,/ la chiesa ha pace.
Quando il colombo ha il gozzo pieno,/ le vecce gli sembrano amare.
Quando il gatto si lecca e si sfrega le orecchie con la zampina,/ pioverà prima che sia mattina.
Quando il gozzo è pieno,/ le ciliegie sono acerbe.
Quando il grano ricasca,/ il contadino si rizza.
Quando il lardo è divorato,/ poco val cacciare il gatto.
Quando il mandorlo non frutta,/ la semente ci va tutta.
Quando il sole splende,/ non ti curar della luna.
Quando il tempo è chiaro in autunno,/ vento nell'inverno.
Quando in autunno sono grassi i tassi e le lepri,/ l'inverno è rigoroso.
Quando l'angelo diventa diavolo,/ non c'è peggior diavolo.
Quando l'avaro muore,/ il danaro respira.
Quando la barba fa bianchino,/ lascia la donna e tienti al vino.
Quando la fame entra dalla porta,/ l'amore esce dalla finestra.
Quando la grazia di Dio è nel cuore,/ gli occhi nuotano nell'allegria.
Quando piove d'agosto,/ piove miele e mosto.
Quando non dice niente,/ non è dal savio il pazzo differente.
Quando non sai,/ frequenta in domandare.
Quando sono fidanzate hanno sette mani e una lingua,/ quando sono sposate hanno sette lingue e una mano.
Quando una cosa è accaduta,/ poco vale lamentarsi.
Quando viene la forza,/ il diritto è morto.
Quanto più è alto il monte,/ tanto più profonda la valle.
Quanto più la rana si gonfia,/ più presto crepa.
Quanto più se n'ha,/ tanto più se ne vorrebbe.
Quel che è disposto in cielo,/ conviene che sia.
Quel che non può l'ìngegno,/ può spesso la fortuna.
Quel che si fa a fin di bene,/ non dispiace mai a Dio.
Quel che si fa all'oscuro,/ appare al sole.
Quel che supera il mio intelletto,/ lo lascio stare.
Quella bellezza l'uomo saggio apprezza che dura sempre,/ fino alla vecchiaia.
Quelli che hanno meno ingegno,/ ne hanno da vendere più degli altri.
Quello che è accaduto ieri,/ può accadere oggi.
Quello che è passato,/ è scordato.
Quello che ha da essere,/ sarà.
Quello che non avviene oggi,/ può avvenire domani.
Quello che non può l'intelletto,/ può spesso il caso.
Quello che puoi fare oggi,/ non rimandarlo a domani.
Quello che si dice all'eco nel bosco,/ il bosco lo ripete.
Quello che si impara in gioventù,/ non si dimentica mai più.
Quello è mio zio,/ che vuole il bene mio.
Rane,/ malsane.
Ricco e grande fortuna potrà farti,/ ma mai il comune senso potrà darti.
Roba d'altri,/ tutti scaltri.
Roma a chi nulla in cent'anni,/ a chi molto in tre dì.
Rosso di mattina,/ pioggia vicina.
Rosso di sera,/ buon tempo si spera; rosso di mattina mal tempo si avvicina.
Rosso e giallaccio pare bello ad ogni faccia,/ verde e turchino si deve essere più che bellino.
Rovo,/ in buona terra covo.
San Pietro abbracciato,/ Cristo negato.
Scherzando intorno al lume che t'invita,/ farfalla perderai l'ali e la vita.
Scherzo di mano,/ scherzo di villano.
Gioco di mano,/ gioco di villano.
Scusa non richiesta,/ accusa manifesta.
Se ari male,/ peggio mieterai.
Se gioventù sapesse,/ se vecchiaia potesse.
Se i gatti sapessero volare,/ le beccacce sarebbero rare.
Se il giovane sapesse di quanto ha bisogno la vecchiaia,/ chiuderebbe spesso la borsa.
Se il primo bottone hai fatto essere secondo,/ tutti sbagliati saranno da cima a fondo.
Se il virtuoso è povero,/ il lodarlo non basta; il dovere primo è d'aiutarlo.
Se la pazzia fosse dolore,/ in ogni casa si sentirebbe stridere.
Se le lattughe lasci in guardia alle oche,/ al ritorno ne troverai ben poche.
Se nessuno sa quel che sai,/ a nulla serve il tuo sapere.
Se occhio non mira,/ cuor non sospira.
Se piovesse oro,/ la gente si stancherebbe a raccoglierlo.
Se un fratello compie un omicidio,/ gli altri non sono responsabili.
Se vuoi che t'ami,/ fa' che ti brami.
Se vuoi portare l'uomo a incretinire,/ fallo ingelosire.
Seren d'inverno e nuvolo d'estate,/ non ti fidare.
Settembre,/ l'uva è fatta e il fico pende.
Si bacia il fanciullo a causa della madre,/ e la madre a causa del fanciullo.
Si dice il peccato,/ ma non il peccatore.
Si mantiene un esercito per mille giorni,/ e non se ne fa uso che per un momento.
Sin che si vive,/ s'impara sempre.
Sotto la neve pane,/ sotto l'acqua fame.
Spesso a chiaro mattino,/ v'è torbida sera.
Spesso chi commette un'ingiustizia,/ ne subisce una peggiore.
Stretta la foglia,/ larga la via dite la vostra che ho detto la mia.
Larga la foglia,/ stretta la via dite la vostra che ho detto la mia.
Studia non per sapere di più,/ ma per sapere meglio degli altri.
Studio in gioventù,/ onore alla vecchiaia.
Tale padre,/ tale figlio.
Tanti idoli,/ tanti templi.
Tempo chiaro e dolce a capodanno,/ assicura bel tempo tutto l'anno.
Terra assai,/ terra poca.
Terra bianca,/ tosto stanca.
Tinca in camicia,/ luccio in pelliccia.
Tra l'incudine e il martello,/ mano non metta chi ha cervello.
Tre cose cacciano l'uomo di casa: fumo,/ goccia e femmina arrabbiata.
Triste e guai,/ chi crede troppo e chi non crede mai.
Triste quell'estate,/ che ha saggina e rape.
Tromba di culo,/ sanità di corpo.
Troppa manna,/ nausea.
Tu scherzi col tuo gatto e l'accarezzi,/ ma so ben io qual fine avran quei vezzi.
Tutti i guai son guai,/ ma il guaio senza pane è il più grosso.
Ucci ucci,/ sento odor di cristianucci.
Un cuor magnanimo vuol sempre il bene,/ anche se il premio mai non ottiene.
Una Fenice fra le donne è quella,/ che altra donna confessa essere bella.
Uno semina,/ l'altro raccoglie.
Uomo a cavallo,/ sepoltura aperta.
Uomo da nessuno invidiato,/ è uomo non fortunato.
Uomo zelante,/ uomo amante.
Vecchiaia d'aquila,/ giovinezza d'allodola.
Venezia bella,/ fabbricata sul mare; chi non la vede non la può stimare.
Venezia la bella,/ e Padova sua sorella.
Vi sono dei matti savi,/ e dei savi matti.
Vincere un ambo al lotto è un malefizio,/ che più accresce la speranza al vizio.
Vivi/e lascia vivere.
Vizio di natura/fino alla fossa dura.
Vizio di natura,/ fino alla morte dura.
Voglio piuttosto un asino che mi porti,/ che un cavallo che mi getti in terra.

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