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@ -39,6 +39,10 @@ var mods = map[string]Mod{
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OnInit: initsnapchat,
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OnMessage: snapchat,
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},
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"proverbio": {
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OnInit: initproverbio,
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@ -77,6 +81,7 @@ var botname *string
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@ -85,6 +90,7 @@ func main() {
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gillmt = flag.String("gillmt", "gill.ttf", "Path to gill.ttf (Gill Sans MT font)")
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flag.Parse()
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576
proverbi.txt
Normal file
576
proverbi.txt
Normal file
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@ -0,0 +1,576 @@
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A brigante/brigante e mezzo.
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A buon cavalier/non manca lancia.
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A buon cavallo/non manca sella.
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A buon cavallo/non occorre dir trotta.
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A buon intenditor/poche parole.
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A caldo autunno/segue lungo inverno.
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A cane scottato/l'acqua fredda par calda.
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A cane vecchio/non dargli cuccia.
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A carnevale ogni scherzo vale,/ma che sia uno scherzo che sa di sale.
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A caval che corre,/non abbisognano speroni.
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A caval donato/non si guarda in bocca.
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A cavalier novizio,/cavallo senza vizio.
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A cavallo d'altri/non si dice zoppo.
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A cavallo giovane,/ cavalier vecchio.
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A caval nuovo/cavaliere vecchio.
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A chi batte forte,/ si apron le porte.
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A chi Dio vuole aiutare,/ niente gli può nuocere.
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A chi fortuna zufola,/ ha un bel ballare.
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A chi ha abbastanza,/ non manca nulla.
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A chi non può imparare l'abbicì,/ non si può dare in mano la Bibbia.
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A chi non vuol credere,/ poco valgono mille testimoni.
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A chi non vuol far fatiche,/ il terreno produce ortiche.
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A chi tanto/e a chi niente.
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A chi troppo/e a chi niente.
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A chi ti porge un dito/non prendere la mano.
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A ciascun giorno/basta la sua pena.
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A donna di gran bellezza,/ dalla poca larghezza.
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A duro ceppo,/ dura accetta.
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A goccia a goccia/si scava la pietra.
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A gran salita,/ gran discesa.
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A granello a granello/si riempie lo staio e si fa il monte.
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A grassa cucina/povertà vicina.
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A lavar la testa all'asino/si perde il ranno e il sapone.
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A lume spento/è pari ogni bellezza.
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A mali estremi/estremi rimedi.
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A muro basso/ognuno ci si appoggia.
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A nemico che fugge/ponti d'oro.
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A ogni uccello/suo nido è bello.
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A padre avaro/figliuol prodigo.
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A pagare e a morire/c'è sempre tempo.
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A paragone del molto che ignoriamo,/ è meno di niente quanto noi sappiamo.
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A pazzo relatore,/ savio ascoltatore.
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A pensar male,/ s'indovina sempre.
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A pensar male/ci s'indovina.
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A Roma ci vogliono tre cose: pane,/ panni e pazienza.
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A rubar poco si va in galera,/ a rubar tanto si fa carriera.
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A scherzar con la fiamma,/ ci si scotta.
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A tal fortezza,/ tal trincea.
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A Venezia chi vi nasce mal si pasce,/ chi ci viene ci sta bene.
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Abate cupido,/ per un'offerta ne perde cento.
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Acqua passata,/ non macina più.
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Ad albero vecchio ed a muro cadente,/ non manca mai edera.
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Ai pazzi ed ai fanciulli,/ non si deve prometter nulla.
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Al buio,/ le donne sono tutte uguali.
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Al confessore,/ al medico e all'avvocato non si tiene il ver celato.
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Al genio non si danno le ali,/ ma le si tagliano.
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All'umiltà felicità,/ all'orgoglio calamità.
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Alle barbe dei pazzi,/ il barbiere impara a radere.
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Altri tempi,/ altri costumi.
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Amico beneficato,/ nemico dichiarato.
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Amicizia che cessa,/ non fu mai vera.
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Amico beneficato,/ nemico dichiarato.
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Amico di ventura,/ molto briga e poco dura.
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Amor che nasce di malattia,/ quando si guarisce passa via.
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Amor nuovo va e viene,/ amor vecchio si mantiene.
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Amore di parentato,/ amore interessato.
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Amore di fratello,/ amore di coltello.
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Amore onorato,/ né vergogna né peccato.
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Approfitta degli errori degli altri,/ piuttosto che censurarli.
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Ara nel mare e nella rena semina,/ chi crede alle parole della femmina.
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Avuta la grazia,/ gabbato lo santo.
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Bella in vista,/ dentro è trista.
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Bella ostessa,/ conti traditori.
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Bella ostessa,/ brutti conti.
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Bell'ostessa,/ conto caro.
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Ben si caccia il diavolo,/ ma Satana ritorna.
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Bene per male è carità,/ male per bene è crudeltà.
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Bene educato,/ non mentì mai.
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Bisogna fare la festa quando cade,/ e prendere il tempo come viene.
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Bologna la grassa,/ ma Padova la passa.
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Bue vecchio,/ solco diritto.
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Buona greppia,/ buona bestia.
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Buona la forza,/ migliore l'ingegno.
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Cader non può,/ chi ha la virtù per guida.
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Cambiare e migliorare sono due cose; molto si cambia nel mondo,/ ma poco si migliora.
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Cane ringhioso e non forzoso,/ guai alla sua pelle!
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Capelli lunghi,/ cervello corto.
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Casa fatta e vigna posta,/ non si sa quello che costa.
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Cavallo vecchio,/ tardi muta ambiatura
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Cavolo riscaldato,/ frate sfratato e serva ritornata non furon mai buoni.
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Cento teste,/ cento cappelli.
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Cessato il guadagno,/ cessata l'amicizia.
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Chi a tutti facilmente crede,/ ingannato si vede.
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Chi ad altri inganni tesse,/ poco bene per sé ordisce.
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Chi ama me,/ ama il mio cane.
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Chi ara terra bagnata,/ per tre anni l'ha dissipata.
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Chi asino nasce,/ asino muore.
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Chi balla senza suono,/ come asino si ritrova.
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Chi ben coltiva il moro,/ coltiva nel suo campo un gran tesoro.
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Chi bene semina,/ bene raccoglie.
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Chi beve vin,/ campa cent'anni.
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Chi cade in povertà,/ perde ogni amico.
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Chi cava e non mette,/ le possessioni si disfanno.
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Chi cerca,/ trova.
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Chi coglie acerbo il senno,/ maturo ha sempre d'ignoranza il frutto.
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Chi contro Dio getta la pietra,/ in capo gli torna.
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Chi d'estate secca serpi,/ nell'inverno mangia anguille.
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Chi d'estate vuole stare al fresco,/ ci starà anche d'inverno.
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Chi da gallina nasce,/ convien che razzoli.
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Chi da savio operare vuole,/ pensi al fine.
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Chi dal lotto spera soccorso,/ mette il pelo come un orso.
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Chi dà per ricevere,/ non dà nulla.
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Chi di una donna brutta s'innamora,/ lieto con essa invecchia e l'ama ancora.
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Chi di coltel ferisce,/ di coltel perisce.
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Chi dice donna dice guai,/ chi dice uomo peggio che mai.
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Chi dice male,/ l'indovina quasi sempre.
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Chi domanda ciò che non dovrebbe,/ ode quel che non vorrebbe.
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Chi dopo la polenta beve acqua,/ alza la gamba e la polenta scappa.
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Chi è generoso con la bocca,/ è avaro col sacco.
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Chi è morso dalla serpe,/ teme la lucertola.
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Chi è stato trovato una volta in frode,/ si presume vi sia sempre.
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Chi è tosato da un usuraio,/ non mette più pelo.
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Chi è uso all'impiccare,/ non teme la forca.
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Chi fa del bene agli ingrati,/ Dio lo considera per male.
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Chi fa l'altrui mestiere,/ fa la zuppa nel paniere.
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Chi fosse indovino,/ sarebbe ricco.
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Chi fugge il giudizio,/ si condanna.
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Chi fugge un matto,/ ha fatto buona giornata.
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Chi getta un seme lo deve coltivare,/ se vuol vederlo con il tempo germogliare.
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Chi gioca al lotto,/ è un gran merlotto.
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Chi gioca al lotto,/ in rovina va di botto.
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Chi gioca al lotto,/ in rovina va di trotto.
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Chi ha avuto il beneficio,/ se lo dimentica.
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Chi ricorda un beneficio,/ lo rinfaccia.
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Chi ha da far con un incostante,/ tien l'anguilla per la coda.
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Chi ha fatto ingiuria ad altri,/ da altri convien che la sopporti.
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Chi ha imbarcato il diavolo,/ deve stare in sua compagnia.
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Chi ha ingegno,/ lo mostri.
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Chi ha per letto la terra,/ deve coprirsi col cielo.
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Chi ha un mestiere in mano,/ dappertutto trova pane.
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Chi il vasto mare intrepido ha solcato,/ talvolta in piccol rio muore annegato.
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Chi male vive,/ male muore.
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Chi maltratta le bestie,/ non la fa mai bene.
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Chi mangia sempre pan bianco,/ spesso desidera il nero.
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Chi molto parla,/ spesso falla.
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Chi nasce è bello,/ chi si sposa è buono e chi muore è santo.
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Chi non ama le bestie,/ non ama i cristiani.
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Chi non apre la bocca,/ non le piove dentro.
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Chi non crede di esser matto,/ è matto davvero.
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Chi non dà a Cristo,/ dà al fisco.
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Chi non fu buon soldato,/ non sarà buon capitano.
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Chi non ha fede,/ non ne può dare.
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Chi non naufragò in mare,/ può naufragare in porto.
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Chi non può bastonare il cavallo,/ bastona la sella.
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Chi non risica,/ non rosica.
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Chi non sa ubbidire,/ non sa comandare.
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Chi non segue il consiglio dei genitori,/ tardi se ne pente.
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Chi non si innamora da giovane,/ si innamora da vecchio.
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Chi non trovò ombra nell'estate,/ la troverà nell'inverno.
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Chi non vuol essere consigliato,/ non può essere aiutato.
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Chi pecora si fa,/ il lupo se la mangia.
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Chi per grazia prega,/ non ha mai bene.
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Chi perdona senza dimenticare,/ non perdona che metà.
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Chi pesca con l'amo d'oro,/ qualcosa piglia sempre.
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Chi piglia leone in assenza,/ teme la talpa in presenza.
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Chi porta fiori,/ porta amore.
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Chi predica al deserto,/ perde il sermone.
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Chi prende l'anguilla per la coda,/ può dire di non tenere nulla.
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Chi rende male per bene,/ non vedrà mai partire da casa sua la sciagura.
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Chi rimane in umile stato,/ non ha da temer caduta.
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Chi Roma non vede,/ nulla crede.
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Chi ruba poco,/ ruba assai.
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Chi si diletta di frodare gli altri,/ non si deve lamentare se gli altri lo ingannano.
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Chi si fida nel lotto,/ non mangia di cotto.
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Chi si fida di greco,/ non ha il cervel seco.
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Chi si guarda dal calcio della mosca,/ gli tocca quello del cavallo.
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Chi si immagina di essere più di quello che è,/ si guardi nello specchio.
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Chi si prende d'amore,/ si lascia di rabbia.
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Chi si umilia sarà esaltato,/ chi si esalta sarà umiliato.
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Chi siede in basso,/ siede bene.
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Chi tace davanti alla forza,/ perde il suo diritto.
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Chi ti vuol male,/ ti liscia il pelo.
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Chi va all'acqua d'agosto,/ non beve o non vuol bere il mosto.
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Chi va all'osto,/ perde il posto.
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Chi va con lo zoppo,/ impara a zoppicare.
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Chi ha più fretta,/ più tardi finisce.
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Chi pesca e ha fretta,/ spesse volte prende dei granchi.
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Chi vanta se stesso e abbassa gli altri,/ gli altri abbasseranno lui.
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Chi vive sei giorni nell'oasi,/ il settimo anela il deserto.
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Chi vuol impetrare,/ la vergogna ha da levare.
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Chi vuol pane,/ meni letame.
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Chi vuol presto impoverire,/ chieda prestito all'usuraio.
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Chi vuol provar le pene dell'inferno,/ la stia in Puglia e all'Aquila d'inverno.
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Chi vuole arricchire in un anno,/ è impiccato in sei mesi.
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Chi vuole assai,/ non domandi poco.
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Chi vuole essere amato,/ divenga amabile.
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Chi vuole essere sicuro della sua farina,/ deve portare egli stesso il sacco al mulino.
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Chiara notte di capodanno,/ dà slancio a un buon anno.
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Ciò che è male per uno,/ è bene per un altro.
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Come farai,/ così avrai.
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Come i piedi portano il corpo,/ così la benevolenza porta l'anima.
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Comincia,/ che Dio provvede al resto.
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Compar di Puglia,/ l'un tiene e l'altro spoglia.
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Con l'inchiostro,/ una mano può innalzare un furfante ed abbassare un galantuomo.
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Con la pietra si prova l'oro,/ con l'oro la donna e con la donna l'uomo.
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Contadini,/ scarpe grosse e cervelli fini.
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Cortesia schietta,/ domanda non aspetta.
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Cucina grassa,/ magra eredità.
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Da falsa lingua,/ cattiva arringa.
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Da Lodi,/ tutti passan volentieri.
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Dai giudici siciliani,/ vacci coi polli nelle mani.
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Danaro e santità,/ metà della metà.
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Detto senza fatto,/ ad ognuno pare un misfatto.
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Di chi è l'asino,/ lo pigli per la coda.
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Di quello che non ti interessa,/ non dire né bene né male.
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Dicono che è mercante anche chi perde,/ ma questo presto ridurrassi al verde.
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Dimmi con chi vai,/ e ti dirò chi sei.
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Disse la volpe ai figli: "Quando a tordi,/ quando a grilli".
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Domandare è lecito,/ rispondere è cortesia.
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Donna al volante,/ pericolo costante.
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Donna adorna,/ tardi esce e tardi torna.
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Donna barbuta,/ sempre piaciuta.
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Donna bianca,/ poco gli manca.
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Donna che canti dolcemente in scena,/ pei giovani inesperti è una sirena.
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Donna che dona,/ di rado è buona.
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Donna che sa il latino è rara cosa,/ ma guardati dal prenderla in isposa.
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Donna e fuoco,/ toccali poco.
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Donna io conosco,/ ch'è una santa a messa e che in casa è un'orribil diavolessa.
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Donna pelosa,/ donna virtuosa.
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Donna pregata nega,/ trascurata prega.
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Donna prudente,/ gioia eccellente.
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Donne e sardine,/ son buone piccoline.
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||||
Dopo desinare non camminare; dopo cena,/ con dolce lena.
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||||
Dopo la grazia di Dio,/ la miglior cosa è la libertà.
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Dove c'è l'amore,/ la gamba trascina il piede.
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||||
Dove è castigo è disciplina,/ dove è pace è gioia.
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||||
Dove entra la fortuna,/ esce l'umiltà.
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Dove la fedeltà mette le radici,/ Dio fa crescere un albero.
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||||
Dove non c'è amore,/ non c'è umanità.
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Dove non si crede né all'inferno né al paradiso,/ il diavolo intasca tutte le entrate.
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||||
Dove non vi è educazione,/ non vi è onore.
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Dove non vi sono capelli,/ male si pettina.
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||||
Dove regna Bacco e Amore,/ Minerva non si lascia vedere.
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||||
Dove sono i pulcini,/ ivi è l'occhio della chioccia.
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||||
Due cani che un solo osso hanno,/ difficilmente in pace stanno.
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||||
È lieve astuzia ingannar gelosia,/ che tutto crede quando è in frenesia.
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||||
È meglio correggere i propri difetti,/ che riprendere quelli degli altri.
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||||
È meglio esser digiuno fuori,/ che satollo in prigione.
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||||
È meglio essere uccel di bosco,/ che uccel di gabbia.
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||||
È meglio essere umile a cavallo,/ che orgoglioso a piedi.
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||||
È meglio gelare nella nuda cameretta della verità,/ che crogiolarsi nella pelliccia della menzogna.
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||||
È meglio mangiarsi l'eredità,/ che conservarla per il convento.
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||||
È meglio sentir cantare l'usignolo,/ che rodere il topo.
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||||
È meglio un esercito di cervi sotto il comando di un leone,/ che un esercito di leoni sotto il comando di un cervo.
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||||
È più facile biasimare,/ che migliorare.
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||||
È più facile lagnarsi,/ che rimuovere gl'impedimenti.
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||||
È più facile trovar dolce l'assenzio,/ che in mezzo a poche donne il silenzio.
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||||
Ebrei e rigattieri,/ spendono poco e gabbano volentieri.
|
||||
Errare è umano,/ perseverare è diabolico.
|
||||
Errare è umano,/ perseverare diabolico.
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||||
Esser dotto poco vale,/ quando gli altri non lo sanno.
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||||
Fa quel che il prete dice,/ non quel che il prete fa.
|
||||
Fa quello che fanno gli altri,/ e nessuno si farà beffe di te.
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||||
Faccia bella,/ anima bella.
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||||
Facile è criticare,/ difficile è l'arte.
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||||
Fare debiti non è vergogna,/ ma pagarli è questione d'onore.
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||||
Fate del bene al villano,/ dirà che gli fate del male.
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||||
Febbraio,/ febbraietto mese corto e maledetto.
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||||
Femmine e galline,/ se giran troppo si perdono.
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||||
Fidarsi è bene,/ non fidarsi è meglio.
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||||
Fidati dell'arte,/ ma non dell'artigiano.
|
||||
Fortezza che parlamenta,/ è prossima ad arrendersi.
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||||
Fortuna cieca,/ i suoi acceca.
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||||
Fortunato al gioco,/ sfortunato in amore.
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||||
Fra sepolto tesoro e occulta scienza,/ non vi conosco alcuna differenza.
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||||
Gallo senza cresta è un cappone,/ uomo senza barba è un minchione.
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||||
Gattini sventati,/ fanno gatti posati.
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||||
Gatto e donna in casa,/ cane e uomo fuori.
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||||
Gatto scottato dall'acqua calda,/ ha paura della fredda.
|
||||
Gli abiti sono freddi,/ ma ricevono il calore da chi li porta.
|
||||
Gli eredi dell'avaro sono onnipotenti,/ perché possono risuscitare i morti.
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||||
Gli uomini onesti non temono né la luce,/ né il buio.
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||||
Gobba a ponente luna crescente,/ gobba a levante luna calante.
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||||
Gotta inossota,/ mai fi sanata.
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||||
Gran giustizia,/grande offesa.
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||||
Grande amore,/ gran dolore.
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||||
Guardati da tre cose: da cavallo focoso,/ da uomo infido e da donna svergognata.
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||||
Guardati dai tumulti,/ e non sarai né testimonio né parte.
|
||||
Guardati dal diffamare,/ perché le prove sono difficili.
|
||||
Guardati dall'ipocrisia,/ perché è una cattiva malattia.
|
||||
Ha cento volte un uomo flemma e giudizio,/ alla centuna corre al precipizio.
|
||||
Ha la giustizia in mano bilancia e spada,/ perché il giusto s'innalza e l'empio cada.
|
||||
Ha un coraggio da leone,/ quello che non fa violenza ai deboli.
|
||||
Ho veduto assai volte un piccol male non rispettato,/ divenir mortale.
|
||||
I cattivi esempi si imitano facilmente,/ meno i buoni.
|
||||
I denari servono al povero di beneficio,/ ed all'avaro di gran supplizio.
|
||||
I frati non s'inchinano all'abate,/ ma al mazzo delle sue chiavi.
|
||||
I genitori amano i figli,/ più che i figli i genitori.
|
||||
"I miei datteri sono più dolci",/ dice il vischio che cresce sulla palma.
|
||||
I parenti sono come le scarpe: più sono stretti,/ più fanno male.
|
||||
I poeti nascono,/ e gli oratori si formano.
|
||||
Il cuor magnanimo si piglia con poco amore,/ e il cuore dello stolto con poca adulazione.
|
||||
Il dare è onore,/ il chiedere è dolore.
|
||||
Il delitto non si deve tollerare,/ ma anche meno si deve approvare.
|
||||
Il denaro può molto,/ ma l'amore può tutto.
|
||||
Il diavolo ben si lascia pigliare per la coda,/ ma non se la lascia strappare.
|
||||
Il domandare è senno,/ il rispondere è obbligo.
|
||||
Il ferro è duro,/ ma il fuoco lo rende morbido.
|
||||
Il figlio al padre s'assomiglia,/ alla madre la figlia.
|
||||
Il fiorentino mangia sì poco e sì pulito,/ che sempre si conserva l'appetito.
|
||||
Il fuoco che non mi scalda,/ non voglio che mi scotti.
|
||||
Il fuoco che non mi brucia,/ non lo spengo.
|
||||
Il gatto ama i pesci,/ ma non vuole bagnarsi le zampe.
|
||||
Il gatto brontola sempre,/ anche quando gode.
|
||||
Il gatto che si è bruciato,/ ha paura anche dell'acqua fredda.
|
||||
Il gatto lecca oggi,/ domani graffia.
|
||||
Il gatto non ti accarezza,/ si accarezza vicino a te.
|
||||
Il letto si chiama rosa,/ se non si dorme si riposa.
|
||||
Il merlo ingrassa in gabbia,/ il leone muore di rabbia.
|
||||
Il poeta ben trova le palme,/ ma non i datteri.
|
||||
Il politico bacia con la bocca,/ e tira calci con i piedi.
|
||||
Il troppo tirare,/ l'arco fa spezzare.
|
||||
Il vino è forte ma il sonno lo vince,/ ma più forte d'ogni cosa è la donna.
|
||||
Impara a vivere lo sciocco a sue spese,/ il savio a quelle altrui.
|
||||
In Sardegna non vi son serpenti,/ né in Piemonte bestemmie.
|
||||
In terra di ciechi,/ beato chi ha un occhio.
|
||||
In terra di ladri,/ la valigia dinanzi.
|
||||
Ingegno e capelli,/ crescono soltanto con gli anni.
|
||||
Inventare è poco,/ diffondere l'invenzione è tutto.
|
||||
L'abete cresce in altezza,/ ma la felce cresce in larghezza.
|
||||
L'acqua e il fuoco sono buoni servitori,/ ma cattivi padroni.
|
||||
L'allodola vola in alto,/ ma fa il suo nido in terra.
|
||||
L'amore è cieco,/ ma vede lontano.
|
||||
L'anno produce il raccolto,/ non il campo.
|
||||
L'asino non conosce la coda,/ se non quando non l'ha più.
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L'avaro non vive,/ vegeta.
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L'avversità che fiacca i cuori deboli,/ ingagliardisce le anime forti.
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L'erba che non voglio,/ cresce nell'orto.
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L'eredità paterna ai paterni,/ la materna ai materni.
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L'estate per chi lavora,/ l'inverno per chi dorme.
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L'estate è una schiava,/ l'inverno un padrone.
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L'inchiostro è nero,/ e tinge le dita e la reputazione.
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L'ingegno viene con gli anni,/ e se ne va con gli anni.
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L'invidia è una bestia che rode le proprie gambe,/ quando non ha altro da rodere.
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L'orgoglio è stoltezza,/ l'umiltà è saviezza.
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L'uguaglianza e misurar tutti con la stessa spanna,/ è la legge della morte.
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L'umiliarsi è da saggio,/ l'avvilirsi è da bestia.
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L'umiltà è una virtù che adorna tanto la vecchiaia,/ quanto la gioventù.
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L'usura arricchisce,/ ma non dura.
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La carrucola non frulla,/ se non è unta.
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La donna bisogna praticarla un giorno,/ un mese e un'estate per sapere che odore sa.
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La donna per piccola che sia,/ vince il diavolo in furberia.
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La donna troppo in vista,/ è di facile conquista.
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La fedeltà non è mai rimeritata abbastanza,/ e l'infedeltà mai abbastanza.
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La gatta,/ mette il piede davanti alla vacca.
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La gatta vorrebbe mangiar pesci,/ ma non pescare.
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La gioventù fugge,/ e la bellezza sfiorisce.
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La luna è bugiarda: quando fa la C diminuisce,/ e quando fa la D cresce
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La pittura è una poesia tacita,/ e la poesia una pittura loquace.
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La prima eredità al primo figlio,/ l'ultima eredità all'ultimo figlio.
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La rana è usa ai pantani,/ se non ci va oggi ci andrà domani.
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La rana non morde,/ perché non ha denti.
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La scimmia è sempre scimmia,/ anche vestita di seta.
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La speranza ingrandisce,/ l'esperienza rimpicciolisce.
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La vipera morta non morde seno,/ ma pure fa male coll'odor del veleno.
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Lamentarsi,/ supplicare e bere acqua è lecito a tutti.
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Le bellezze durano fino alle porte,/ la bontà fino alla morte.
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Le colombe che rimangono in colombaia,/ sono sicure dal nibbio.
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Le donne hanno quattro malattie all'anno,/ e tre mesi dura ogni malanno.
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Le montagne stanno ferme,/ gli uomini s'incontrano.
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Le piante che fruttano troppo presto,/ si seccano.
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Le rose cascano,/ le spine restano.
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Lo sbadiglio non vuol mentire: o che ha sonno o che vorrebbe dormire,/ o che ha qualche cosa che non può dire.
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Lo smargiasso ciancia in guerra,/ il valente combatte muto.
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Loda il pazzo e fallo saltare,/ se non è pazzo lo farai diventare.
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Lontano dagli occhi,/ lontano dal cuore.
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Lontan dagli occhi,/ lontan dal cuore.
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Lunga lingua,/ corta mano.
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Luglio dal gran caldo,/ bevi bene e batti saldo.
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Maggio ortolano,/ molta paglia e poco grano.
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Maggiore il santo,/ maggiore la sua umiltà.
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Male non fare,/ paura non avere.
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Marzo molle,/ gran per le zolle.
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Meglio andare a letto senza cena,/ che alzarsi con debiti.
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Meglio aperto rimprovero,/ che odio segreto.
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Meglio dietro agli uccelli,/ che dietro ai signori.
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Meglio essere ben educato,/ che nascere nobile.
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Meglio fare la serva in casa propria,/ che la padrona in casa altrui.
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Meglio fave in libertà,/ che capponi in schiavitù.
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Meglio pane con amore,/ che gallina con dolore.
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Meglio un fiorino guadagnato,/ che cento ereditati.
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Molti hanno buone carte in mano,/ ma non le sanno giocare.
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Molti sfuggono alla pena,/ ma non ai rimorsi della coscienza.
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Molti si immaginano di avere il pulcino,/ che non hanno ancora l'uovo.
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Molti sono i verseggiatori,/ pochi i poeti.
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Molto denaro,/ molti amici.
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Morta la serpe,/ spento il veleno.
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Mulo buon mulo,/ ma cattiva bestia.
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Muove la coda il cane non per te,/ ma per il pane.
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Natale con i tuoi,/ Pasqua con chi vuoi.
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Negli ordini pari,/ i pareri sono dispari.
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Nel monte di Brianza,/ senza vin non si danza.
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Nel regno di Dio,/ poveri e ricchi sono uguali.
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Nell'estate si deve pensare all'inverno,/ e nella gioventù alla vecchiaia.
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Nell'inverno il pazzo sogna rose,/ e nell'estate il savio le raccoglie.
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Nella felicità ragione,/ nell'infelicità pazienza.
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Nella gotta,/ il medico non vede gotta.
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Nessuna nuova,/ buona nuova.
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Non ci rimane nessuna vigna da vendemmiare,/ e né meno nessuna donna da maritare.
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Non credere a donna,/ quand'anche sia morta.
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Non è arte il giocare,/ ma lo smettere.
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Non è mai gran gagliardia,/ senza un ramo di pazzia.
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Non facendo niente,/ più pena si sente.
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Non far mai bene,/ non avrai mai male.
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Non fare il male ch'è peccato,/ non fare il bene ch'è sprecato.
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Non mi morse mai scorpione,/ ch'io non mi medicassi col suo olio.
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Non ogni lettera va alla posta,/ non ogni domanda vuole risposta.
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Non si sta mai tanto bene che non si possa star meglio,/ né tanto male che non si possa star meglio.
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Non sono in Arno tanti pesciolini,/ quanti in Venezia gondole e camini.
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Non ti fidar d'un tratto,/ di grazia o di bontà.
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Non ti vantar farfalla,/ tuo padre era un bruco.
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Non v'è mai tanta pace in convento,/ come quando i frati portano tonache uguali.
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Non vi è lino senza resca,/ nè donna senza pecca.
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Nutri la serpe in seno,/ ti renderà veleno.
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O taci,/ o di' cosa migliore del silenzio.
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Occhio non vede,/ cuore non duole.
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Occhio per occhio,/ dente per dente.
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Ogni bella scarpa diventa ciabatta,/ ogni bella donna diventa nonna.
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Ogni bene infine svanisce,/ ma la fama non perisce.
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Ogni disuguaglianza,/ l'amore uguaglia.
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Ognuno che ha un gran coltello,/ non è un boia.
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Orto,/ uomo morto.
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Pancia affamata,/ vita disperata.
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Pane finché dura,/ vino con misura.
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Patti chiari,/ amici cari.
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Pazzo per natura,/ savio per scrittura.
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Peccati vecchi,/ penitenza nuova.
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Per amore anche una donna onesta,/ può perdere la testa.
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Per chi vuol esser libero,/ non c'è catena che tenga.
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Per essere amabili,/ bisogna amare.
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Per imparare qualche cosa,/ non è mai troppo tardi.
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Per l'oro,/ l'abate vende il convento.
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Per quanto alletti la bellezza di un fiore,/ nessuno lo coglie se ha cattivo odore.
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Perdona a tutti,/ ma non a te.
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Perdonare è da uomini,/ scordare è da bestie.
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Pesce che va all'amo,/ cerca d'esser gramo.
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Pianta a cui spesso si muta luogo,/ non prende vigore.
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Piglia il bene quando viene,/ ed il male quando conviene.
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Pisa,/ pesa per chi posa.
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Più alta la condizione,/ più si deve essere umili.
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Più briccone,/ più fortunato.
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Più il fiume è profondo,/ più scorre il silenzio.
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Più si chiacchiera,/ meno si ama.
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Poeta si nasce,/ oratori si diventa.
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Poeti,/ pittori e pellegrini a fare e a dire sono indovini.
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Polenta e latte bollito,/ in quattro salti è digerito.
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Prima di domandare,/ pensa alla risposta.
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Prima lusingare e poi graffiare,/ è arte dei gatti.
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Pugliesi,/ cento per forca e un per paese.
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Puoi ben drizzare il tenero virgulto,/ non l'albero già fatto adulto.
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Qualche intervallo il pazzo ha di saviezza,/ qualche intervallo il savio ha di stoltezza.
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Quale uccello,/ tale il nido.
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Quand'anche si trapiantassero in paradiso,/ i cardi non porterebbero mai rose.
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Quando c'è l'esercito,/ si trova anche il generale.
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Quando canta la rana,/ la pioggia non è lontana.
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Quando è finito il raccolto dei datteri,/ ciascuno trova da ridire alla palma.
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Quando gli eretici si accapigliano,/ la chiesa ha pace.
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Quando il colombo ha il gozzo pieno,/ le vecce gli sembrano amare.
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Quando il gatto si lecca e si sfrega le orecchie con la zampina,/ pioverà prima che sia mattina.
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Quando il gozzo è pieno,/ le ciliegie sono acerbe.
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Quando il grano ricasca,/ il contadino si rizza.
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Quando il lardo è divorato,/ poco val cacciare il gatto.
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Quando il mandorlo non frutta,/ la semente ci va tutta.
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Quando il sole splende,/ non ti curar della luna.
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Quando il tempo è chiaro in autunno,/ vento nell'inverno.
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Quando in autunno sono grassi i tassi e le lepri,/ l'inverno è rigoroso.
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Quando l'angelo diventa diavolo,/ non c'è peggior diavolo.
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Quando l'avaro muore,/ il danaro respira.
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Quando la barba fa bianchino,/ lascia la donna e tienti al vino.
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Quando la fame entra dalla porta,/ l'amore esce dalla finestra.
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Quando la grazia di Dio è nel cuore,/ gli occhi nuotano nell'allegria.
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Quando piove d'agosto,/ piove miele e mosto.
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Quando non dice niente,/ non è dal savio il pazzo differente.
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Quando non sai,/ frequenta in domandare.
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Quando sono fidanzate hanno sette mani e una lingua,/ quando sono sposate hanno sette lingue e una mano.
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Quando una cosa è accaduta,/ poco vale lamentarsi.
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Quando viene la forza,/ il diritto è morto.
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Quanto più è alto il monte,/ tanto più profonda la valle.
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Quanto più la rana si gonfia,/ più presto crepa.
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Quanto più se n'ha,/ tanto più se ne vorrebbe.
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Quel che è disposto in cielo,/ conviene che sia.
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Quel che non può l'ìngegno,/ può spesso la fortuna.
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Quel che si fa a fin di bene,/ non dispiace mai a Dio.
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Quel che si fa all'oscuro,/ appare al sole.
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Quel che supera il mio intelletto,/ lo lascio stare.
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Quella bellezza l'uomo saggio apprezza che dura sempre,/ fino alla vecchiaia.
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Quelli che hanno meno ingegno,/ ne hanno da vendere più degli altri.
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Quello che è accaduto ieri,/ può accadere oggi.
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Quello che è passato,/ è scordato.
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Quello che ha da essere,/ sarà.
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Quello che non avviene oggi,/ può avvenire domani.
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Quello che non può l'intelletto,/ può spesso il caso.
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Quello che puoi fare oggi,/ non rimandarlo a domani.
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Quello che si dice all'eco nel bosco,/ il bosco lo ripete.
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Quello che si impara in gioventù,/ non si dimentica mai più.
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Quello è mio zio,/ che vuole il bene mio.
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Rane,/ malsane.
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Ricco e grande fortuna potrà farti,/ ma mai il comune senso potrà darti.
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Roba d'altri,/ tutti scaltri.
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Roma a chi nulla in cent'anni,/ a chi molto in tre dì.
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Rosso di mattina,/ pioggia vicina.
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Rosso di sera,/ buon tempo si spera; rosso di mattina mal tempo si avvicina.
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Rosso e giallaccio pare bello ad ogni faccia,/ verde e turchino si deve essere più che bellino.
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Rovo,/ in buona terra covo.
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San Pietro abbracciato,/ Cristo negato.
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Scherzando intorno al lume che t'invita,/ farfalla perderai l'ali e la vita.
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Scherzo di mano,/ scherzo di villano.
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Gioco di mano,/ gioco di villano.
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Scusa non richiesta,/ accusa manifesta.
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Se ari male,/ peggio mieterai.
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Se gioventù sapesse,/ se vecchiaia potesse.
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Se i gatti sapessero volare,/ le beccacce sarebbero rare.
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Se il giovane sapesse di quanto ha bisogno la vecchiaia,/ chiuderebbe spesso la borsa.
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Se il primo bottone hai fatto essere secondo,/ tutti sbagliati saranno da cima a fondo.
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Se il virtuoso è povero,/ il lodarlo non basta; il dovere primo è d'aiutarlo.
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Se la pazzia fosse dolore,/ in ogni casa si sentirebbe stridere.
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Se le lattughe lasci in guardia alle oche,/ al ritorno ne troverai ben poche.
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Se nessuno sa quel che sai,/ a nulla serve il tuo sapere.
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Se occhio non mira,/ cuor non sospira.
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Se piovesse oro,/ la gente si stancherebbe a raccoglierlo.
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Se un fratello compie un omicidio,/ gli altri non sono responsabili.
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Se vuoi che t'ami,/ fa' che ti brami.
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Se vuoi portare l'uomo a incretinire,/ fallo ingelosire.
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Seren d'inverno e nuvolo d'estate,/ non ti fidare.
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Settembre,/ l'uva è fatta e il fico pende.
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Si bacia il fanciullo a causa della madre,/ e la madre a causa del fanciullo.
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Si dice il peccato,/ ma non il peccatore.
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Si mantiene un esercito per mille giorni,/ e non se ne fa uso che per un momento.
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Sin che si vive,/ s'impara sempre.
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Sotto la neve pane,/ sotto l'acqua fame.
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Spesso a chiaro mattino,/ v'è torbida sera.
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Spesso chi commette un'ingiustizia,/ ne subisce una peggiore.
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Stretta la foglia,/ larga la via dite la vostra che ho detto la mia.
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Larga la foglia,/ stretta la via dite la vostra che ho detto la mia.
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Studia non per sapere di più,/ ma per sapere meglio degli altri.
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Studio in gioventù,/ onore alla vecchiaia.
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Tale padre,/ tale figlio.
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Tanti idoli,/ tanti templi.
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Tempo chiaro e dolce a capodanno,/ assicura bel tempo tutto l'anno.
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Terra assai,/ terra poca.
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Terra bianca,/ tosto stanca.
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Tinca in camicia,/ luccio in pelliccia.
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Tra l'incudine e il martello,/ mano non metta chi ha cervello.
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Tre cose cacciano l'uomo di casa: fumo,/ goccia e femmina arrabbiata.
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Triste e guai,/ chi crede troppo e chi non crede mai.
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Triste quell'estate,/ che ha saggina e rape.
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Tromba di culo,/ sanità di corpo.
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Troppa manna,/ nausea.
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Tu scherzi col tuo gatto e l'accarezzi,/ ma so ben io qual fine avran quei vezzi.
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Tutti i guai son guai,/ ma il guaio senza pane è il più grosso.
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Ucci ucci,/ sento odor di cristianucci.
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Un cuor magnanimo vuol sempre il bene,/ anche se il premio mai non ottiene.
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Una Fenice fra le donne è quella,/ che altra donna confessa essere bella.
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Uno semina,/ l'altro raccoglie.
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Uomo a cavallo,/ sepoltura aperta.
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Uomo da nessuno invidiato,/ è uomo non fortunato.
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Uomo zelante,/ uomo amante.
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Vecchiaia d'aquila,/ giovinezza d'allodola.
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Venezia bella,/ fabbricata sul mare; chi non la vede non la può stimare.
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Venezia la bella,/ e Padova sua sorella.
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Vi sono dei matti savi,/ e dei savi matti.
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Vincere un ambo al lotto è un malefizio,/ che più accresce la speranza al vizio.
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Vivi/e lascia vivere.
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Vizio di natura/fino alla fossa dura.
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Vizio di natura,/ fino alla morte dura.
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Voglio piuttosto un asino che mi porti,/ che un cavallo che mi getti in terra.
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